Vino “letterario” per eccellenza, basti pensare alle citazioni del Carducci e del Pascoli, viene spesso “italianizzato” al maschile chiamandolo “il Barbera”, mentre in realtà la denominazione più corretta dovrebbe essere “la Barbera”, così come secondo tradizione contadina piemontese a cui è storicamente legato. Famoso anche per essere in grado di “scaldare” lo stomaco, venne scelto dagli ufficiali savoiardi come nelle missioni militari.

Ha acquisito la certificazione DOC nel 1970 e successivamente la certificazione DOCG nel 2008. La sua produzione è concentrata nella province di Asti e di Alessandria con vitigni barbera dall’85% al 100%.

Viene prodotto con fermentazione delle uve pigiate e successivamente con la macerazione assieme alla vinaccia. Infine si separa la vinaccia dal mosto, viene affinato, stabilizzato ed imbottigliato.

Il vino prende solitamente un colore rosso rubino e viene prodotto in qualità Rosso DOCG e Rosso DOCG Superiore. Assume la denominazione di “Superiore” se invecchiato per almeno un anno in botti di rovere.

Si tratta di un vino con richiami olfattivi che rimandano al sottobosco ed alle spezie, mentre al palato è asciutto ed austero, con un tocco di acidità.

Viene consigliato in abbinamento a piatti tipici piemontesi come il fagiano in casseruola, perfetto in generale con piatti come la grigliata di carne, il fritto misto spec. piemontese, selvaggina, formaggi stagionati. Va servito a 16-18°C in calice per il Rosso normale e in ballon per la categoria Superiore.

Da il meglio se consumato entro pochi anni dalla vendemmia.