Storicamente il Sagrantino esisteva solo nella sua versione passita, tanto che la prima autorizzazione del 1977 esisteva per la Doc Sagrantino Passito. La versione secca invece ha dovuto aspettare ancora diversi anni prima di essere riconosciuta.
La considerazione di questo vino è cresciuta notevolmente durante gli Anni Novanta, probabilmente grazie al merito del produttore Marco Caprai che per primo ha creduto alle sue potenzialità inespresse.
Così nel 1992 questo vino, in entrambe le varianti (Montefalco Sagrantino Passito e Secco) ha ottenuto la denominazione DOCG. Va al Montefalco Sagrantino gran parte del merito per cui la regione Umbria è considerata regione produttrice di vini pregiati.
È prodotto interamente con uve dell’omonimo vitigno, ha un buon contenuto alcoolico ed invecchia bene nel medio-lungo periodo grazie alla presenza dei polifenoli.
La versione Secco ha un colore rosso rubino che tende a diventare granata con gli anni. Al gusto è ricco e armonico. Va servito in calici ballon a 18-20 °C. Se ne consiglia l’utilizzo in abbinamento con carni rosse, formaggi stagionati, carni di cacciagione.
Nella versione Passito, invece, risaltano retrogusti di frutti di bosco maturi e spezie. Va servito a 14-16 °C in calici per vini passiti. È ideale come vino da meditazione, con dolci a pasta non lievitata, oppure con pecorini piccanti quando invecchiato.